La protesta dei rider come simbolo dell’economia italiana
I rider sono un mondo all’interno del mondo stesso, ovvero quel gruppo di lavoratori che corrono per le strade delle città svolgendo le più svariate mansioni. Consegnare pizze o qualsiasi altro genere di prodotto alla clientela. Una sorta di “lavoratori non-lavoratori”, che da qualche tempo hanno fatto parlare di sé uscendo dal loro classico anonimato. I rider hanno quindi scelto di alzare la voce, ma in cosa consiste la loro protesta?
La protesta dei rider
Gli ultimi ad incrociare le braccia son stati i rider bolognesi e quelli che fanno consegne a domicilio a Rimini, che durante una bufera di neve hanno lanciato lo slogan: “una pizza non vale il rischio”. La protesta mira a combattere lo sfruttamento della loro opera, e ad ottenere tutti i diritti e le tutele necessarie a lavorare in sicurezza. Non solo, anche un giusto salario.
Ecco i rider italiani che cosa chiedono:
- Introduzione di un contratto di categoria, precisamente il CCNL Trasporti e Logistica.
- Revocare le false partite iva ed essere inquadrati con un contratto di lavoro adeguato.
- Una retribuzione base che ammonta a 7,50 € netti all’ora.
- Un compenso aggiuntivo se le consegne avvengono oltre l’orario di lavoro stabilito.
- Rinnovo di tutti i contratti attualmente in scadenza.
- Indennità malarica per lo smog dell’aria, la quale è stata individuata nel 30% del pagamento all’ora.
- Copertura assicurativa totale per ciascun lavoratore e il quale costo sia a carico esclusivo del datore di lavoro.
- Copertura totale dei costi che un rider sostiene per la manutenzione del proprio mezzo e per spostarsi. Inoltre, i costi del cellulare per eventuali chiamate al cliente in caso di problematiche relative alla consegna.
- Indennità chilometrica oltre i 3,5 km su strada, considerando la distanza che va dal punto di partenza al punto di consegna.
- Fornitura dell’attrezzatura occorrente, ovvero la tuta impermeabile in caso di condizioni atmosferiche avverse e di un caschetto a norma.
Sono molti i rider in Italia che sulla scia delle proteste avvenute fino ad ora si uniscono al treno degli scioperanti. Per molti anni questa categoria è stata silenziosamente e colpevolmente dimenticata, ora la loro voce ha cominciato a far sentire il proprio disagio.